Impariamo a degustare i bordolesi trentini
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22 e 29 novembre, 6, 13 e 20 dicembre
Sabato 13 dicembre
22 e 29 novembre, 6, 13 e 20 dicembre
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All’interno della rassegna dedicata ai vini bordolesi del Trentino, promossa dall’Enoteca Provinciale del Trentino, un laboratorio di degustazione e di avvicinamento pensato per chi desidera imparare a riconoscere le caratteristiche, gli aromi e le sfumature di questa particolare tipologia di vino.
La degustazione sarà guidata dal sommelier Luca Salizzoni, che accompagnerà i partecipanti in un'esperienza di assaggio istruttiva e piacevole.
Vini in degustazione:
- VIGNETI DELLE DOLOMITI I.G.T. ROSSO SAN SIRO (vino biologico) 2022
PISONI, Pergolese
Cabernet 70% - Merlot 30% - VIGNETI DELLE DOLOMITI I.G.T. ROSSO DIVERTIMENTO N° 10 PALAZZO LODRON 2020
TENUTA VOLPINI DE MAESTRI, Nogaredo
Cabernet Franc 80% - Merlot 20% - VIGNETI DELLE DOLOMITI I.G.T. ROSSO RIZZOI PALAZZO LODRON 2018
TENUTA VOLPINI DE MAESTRI, Nogaredo
Cabernet Sauvignon 70% - Carmenere 10% - Merlot 20% - VALLAGARINA I.G.T. ROSSO SALENGO 2017
MASO SALENGO, Volano
Cabernet Sauvignon 80% - Merlot 20%
Quota di partecipazione: 20 euro
Prenotazioni: compila il form a questo link
Curiosità
I bordolesi trentini nacquero negli anni Sessanta grazie alla visione di due pionieri dell’enologia moderna: Riccardo Zanetti, dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige e Leonello Letrari, all’epoca enologo della cantina Bossi Fedrigotti. Dalla loro intuizione nacquero i primi tagli di Merlot e Cabernet – Castel San Michele e Fojaneghe, due rossi di grande carattere, prodotti con un taglio di Merlot e Cabernet secondo l’uso di Bordeaux – aprendo una nuova era per il vino trentino. Il successo fu immediato: il Fojaneghe conquistò i mercati internazionali, arrivando fino in Australia.
Oggi quei vini sono ancora in commercio e tengono viva una tradizione che può vantare molti altri rappresentanti. Col tempo i bordolesi trentini hanno saputo rinnovarsi, evolvendo insieme al gusto dei consumatori: non più solo Cabernet e Merlot, ma anche Teroldego e Lagrein in quantità adeguate a dare al vino un’anima più trentina, una nota di terroir per un’espressione enologica più autenticamente locale.